Il Santuario della Madonna al Sasso di Firenze sorge a 565m. s.l.m., alla testata della valle del torrente Sieci. Già nel Medioevo sul luogo si trovavano un tabernacolo e un oratorio legati alla presenza di eremiti.
Il paese più vicino è Santa Brigida e si trova nel Comune di Pontassieve.
Tutta l’area ricade all’interno dell’ANPIL di Santa Brigida, Poggio Ripaghera e Valle dell’Inferno.
Un po’ di storia
Secondo la leggenda, tra il 1484 e ’85 la Madonna sarebbe apparsa alle due sorelle Ricovera, pastorelle che abitavano in un podere a valle. Il clamore seguito alle apparizioni nel 1490 favorì l’inizio dei lavori per la costruzione di una nuova chiesa, così come richiesto dalla Vergine nella sua ultima apparizione: le mura dell’edificio incorporarono il tabernacolo ove le pastorelle si erano recate a pregare.
Il nuovo Oratorio fu gestito per secoli dall’ Opera del Sasso, dove ai nobili del luogo (come i Guadagni o i Catellini) si affiancava il priore della SS. Annunziata di Firenze, a cui spettava la giurisdizione ecclesiastica del luogo.
Architettura
Tutto il complesso del Santuario della Madonna delle Grazie al Sasso di Firenze si è ampliato e trasformato tra 500, 600 e ‘700, fino a prendere l’aspetto attuale intorno al 1838. Il complesso del santuario si sviluppa sui due lati di un cortile che, su uno dei lati maggiori, si affaccia panoramicamente sulla valle. La costruzione è abbellita da un loggiato costruito nel 1675 ad uso dei pellegrini, e dal campanile del 1592, sul quale risalta l’orologio a quadrante del 1821.
L’area del culto è divisa tra Oratorio Superiore, edificato a partire dal 1490, e Oratorio Inferiore, che conserva i resti del precedente romitorio. Il tutto si inserisce in posizione panoramica, sul costone del Poggio Ripaghera, immerso in boschi di castagni e querce.
Meta di pellegrinaggi
Per secoli, dopo la miracolosa apparizione, il Sasso fu meta di pellegrinaggio per le popolazioni di tutta la vallata, e di riti assai particolari, alcuni con probabili ascendenze pre-cristiane, come la Bifolcata, dove veniva sacrificato un bue, e le carni cotte venivano distribuite e mangiate sul posto, come in un rito totemico.
Renato Ciandri e il fattaccio raccontato ne “La ragazza di Bube”
I pellegrinaggi al Sasso furono meta di folle composte da centinaia, se non migliaia, di fedeli, almeno fino alla Seconda Guerra Mondiale. Fu proprio nella festa del 15 maggio 1945, appena concluso il conflitto, che un gruppo di giovani partigiani, dopo un diverbio, uccise un maresciallo dei carabinieri e il giovane figlio.
A questo triste episodio si ispira il romanzo “La ragazza di Bube” di Carlo Cassola.
L’attualità
Negli ultimi decenni il complesso del Sasso ha subito importanti restauri, ed è stata anche recuperata l’antica via selciata che sale proprio da Linari, dove vivevano le due pastorelle Ricovera.
In questo modo si può giungere al Santuario nel modo più suggestivo, direttamente partendo dal centro abitato di Santa Brigida, con una passeggiata di un’ora, piacevole in ogni stagione, ma consigliabile soprattutto in una bella giornata d’inverno.
I dintorni del santuario
Hiking e passeggiate nei dintorni del Santuario
L’anello delle Burraie
Il parcheggio del Santuario è un ottimo punto di partenza per diversi percorsi hiking di cui il più famoso è l’anello delle burraie, ottimamente illustrato nei cartelli informativi.
Le burraie sono minuscoli edifici in pietra e venivano usati per la produzione e la conservazione del burro e dei formaggi; sono interessanti testimonianze di un’economia di sussistenza che, insieme ai castagni da frutto, permetteva agli abitanti di questo territorio di mezza montagna di sopravvivere malgrado le condizioni per niente facili.
Potete scaricare i file della pubblicazione (da cui sono tratti alcuni testi di questo articolo) sull’anello delle Burraie in alta risoluzione qui (lato mappa) e qui (lato coperta).
Fino a Monte Giovi
Un altro bellissimo giro, un po’ più impegnativo, è quello che arriva fino al Monte Giovi e che si trova illustrato qui.
L’ANPIL di Santa Brigida, Poggio Ripaghera e Valle dell’Inferno e il Cisto Laurino
Come già detto l’area soprastante il Santuario è una ANPIL (Area Naturale Protetta di Interesse Locale) e racchiude anche una particolarità botanica, è infatti rimasto l’ultimo luogo in Europa dove vegeta il Cisto Laurino, detto anche Fiore della Madonna, che si può vedere in fiore all’inizio di Giugno.